Reviews

 Filippo Balducci – concertista di fama internazionale, didatta, autore di scritti sull’arte pianistica e sull’opera di Skriabin – ha dato delle opere chopiniane una lettura attentissima ai particolari, curata nel fraseggio e nella resa timbrica, profonda nella concezione, sapiente nel dominio delle difficoltà tecniche che, comunque, sembravano passare quasi in secondo piano rispetto alla narrazione musicale.

Midori Kuhara, ArtesNews

“L’affiatamento fra i tre musicisti è palpabile sin da prima che inizino a suonare. Dal momento in cui raggiungono il palco, e si siedono, comunicano tra loro esclusivamente con gli sguardi… dal momento dell’attacco si immergono completamente nell’opera, infondono tutta la loro energia in ogni nota, trasmettono persino coi muscoli del viso quel che Beethoven voleva di volta in volta comunicare (la gioia, la paura, la malinconia, ecc.)… Ritornano in sé solo al momento di alzarsi in piedi e prendersi gli applausi, meritatissimi, a cui rispondono con un bis, l’Adagio tratto dall’Opera 11 (un altro trio).

Vito Giustino, Città nostra

Da una parte le quattro memorabili «Ballate» di Fryderyk Chopin (1810-1849). Dall’altra quattro poemi di Adam Mickiewicz (1798-1855), il poeta e scrittore polacco che nel 1822 aveva pubblicato le sue «Ballate e Romanze», ispirando proprio il celebre compositore. È a queste due grandi figure, le cui opere hanno travalicato i confini nazionali, che hanno dedicato un concerto-spettacolo il pianista Filippo Balducci e il regista e autore Leo Lestingi, intitolato «Fra Poesia e Musica».
Nell’interpretazione di Balducci non manca quell’opportuno fuoco sacro presente nella scrittura pianistica: per esempio nella coda impetuosa della Ballata n. 1, e nello sferzante «Presto con fuoco» che conclude drammaticamente il lavoro.
E se ogni Ballata si alterna alla voce di Lestingi, che prende per mano l’ascoltatore e lo conduce in un’epoca irripetibile, l’approdo finale alla Quarta Ballata svela uno Chopin più riflessivo, capace di giungere all’apice del dramma in una calcolata successione tematica, impreziosita da una maggiore ricerca timbrica sul pianoforte. Anche qui Balducci mette ben in luce alcune caratteristiche che il compositore «disegna» nel capolavoro pianistico: regolarità ritmica, agogica e dinamica sorprendente, con gradazioni che si addensano pian piano e non rompono quasi mai un equilibrio che richiede all’interpretazione un carattere fantastico, visionario, sognante e teneramente elegiaco. Il finale, poi, raggiunge una forte tensione drammatica, che si scioglie in una trasfigurazione lirica senza precedenti…

Livio Costarella, La Gazzetta del Mezzogiorno

… il programma della serata, interpretato con grande sentimento, ha percorso le composizioni pianistiche dell’ultimo Chopin. Con le prime note del notturno op. 62 n. 1, Balducci si è tuffato in un mondo tutto suo, fatto di musica, passioni e ampi respiri che hanno contagiato il pubblico.
Il musicista ha saputo interpretatre al meglio le composizioni di Chopin, dimostrando che le note e la tastiera sono soltanto un mezzo per raggiungere l’anima di una composizione. Durante tutto il concerto, l’interprete ha guardato raramente la tastiera, il suo sguardo era perso in qualcosa d’indefinibile, vicino alle profondità più intime dell’anima. 
La prima parte del concerto è stata caratterizzata da un’attenta e naturale lettura della Polonaise-Fantasie op.61, delle 4 Muzurke op. 68 e della Barcarolle op.60, che ha reso onore al compositore polacco. La delicatezza del tocco pianistico e il giusto equilibrio delle sonorità, non hanno mai abbandonato le mani dell’artista che ha chiuso la rassegna con una decisa e commovente interpretazione della Sonata n°3 op. 58.

Israel Colombo, Il Corriere della Sera

 ...Batiz è salito sul podio, avendo come solista Filippo Balducci. In impeccabile accordo, i due hanno ridato vita a quella fascinosa pagina qual è il Concerto n. 1 in mi minore (eseguito con l’accompagnamento dei soli archi) offrendone un’esecuzione fremente ed ispirata. Balducci, che in altre occasioni aveva proposto l’opera, ha rinnovato i felici esiti del suo accostamento alla poetica chopiniana, con equilibrato intreccio fra spunti virtuosistici e abbandoni sentimentali. Successo clamoroso…

Nicola Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno
Chopin: Concerto n. 1 op. 11

Solista nel Concerto per pianoforte e archi il pianista Filippo Balducci, musicista che all’abilità indiscutibile sullo strumento unisce anche una notoria e feconda ampiezza di visione nel campo del repertorio. Nella pagina di Mendelssohn. Balducci ha colto il fervido empito creativo del precoce genio ed ha reso con trasporto la brillante veste strumentale in esemplare accordo con Zona.
… Concerto a dir poco esaltante, che ha riscosso un calorosissimo successo: l’omaggio a un “genio” precoce non poteva essere più eloquentemente realizzato.

U. S., La Gazzetta del Mezzogiorno
(Mendelssohn – Concerto 0 in La minore –
Concerto in Re minore per violino e Pianoforte)

 …Il pubblico sondriese conquistato dall’ottima intesa tra la “1813” il maestro Mazza e il virtuoso Balducci… eccellente pianista… l’esecuzione del Concerto in fa minore di Chopin non lascia alcun dubbio sulla sua valenza tecnica ed espressiva. Toccante per intensità il secondo tempo: bravo il pianista che ha creato sonorità magiche attraverso un tocco delicato e brava l’orchestra che ha saputo assecondarle e sostenerle… Nel Finale a farla da padrone è il virtuosismo, ma sempre dal sapore melodico, del pianoforte… nel Concerto in la minore di Schumann… dialoghi fra sezioni dell’orchestra e solista stesso in un intenso scambio… proprio in questo brano risulta quanto mai indispensabile la buona intesa che si è creata fra solista, orchestra e direttore…

Mariella Gusmeroli, La Provincia di Sondrio
Chopin: Concerto n. 2 op. 22 e Schumann: Concerto in La minore

Un’esperienza d’ascolto interessante, in quanto l’apporto orchestrale non appare “disadorno” o meno espressivo, ma semmai conferma l’eterna validità dell'”idea” creativa che è all’origine dell’opera, quale che sia la forma nella quale viene esposta.
“Merito indubbio, nel caso particolare, e del direttore e del solista. Roberto Gianola, cui Lentini ha ceduto per l’occasione la bacchetta, con sensibile acume ha saputo ottenere dal gruppo di archi del complesso sonorità piene, abilmente calibrate, tali quindi da fare degna corona al pianoforte, per l’occasione suonato da Filippo Balducci. Questi, da parte sua, è musicista ben noto al pubblico dell’Eurorchestra e capace una volta di più di realizzare una vigorosa interpretazione in cui, facendo bando a scontati sentimentalismi, le tensioni drammatiche si concretano in un avvincente discorso, dai toni decisi ed anche spiritosi!

Nicola Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno
(Beethoven – Concerto n. 3 op. 37
nella trascrizione per Pianoforte e archi di Vincenz Lachner)

Due preziosi concerti per pianoforte e orchestra, l’uno di Mozart (quello in la maggiore K.414) l’altro di Chopin (il Secondo, capolavoro di sublime, raffinata eleganza nella romanticissima tonalità di Fa minore) nelle riduzioni per pianoforte e quartetto d’archi (tanto di moda nella Vienna dell’Hausmusik), hanno offerto l’occasione per apprezzare le eccellenti qualità tecniche ed espressive del pianista Filippo Balducci, il suo tocco aristocratico e naturalissimo nel superare le intrinseche difficoltà di entrambi i concerti.

Alessandro Romanelli, L’Orecchio di Dioniso
(Mozart: Concerto K414 e Chopin: Concerto n. 2 op. 21con il
Quartetto d’archi Talos)

Un concerto per amare Bach
I “puristi” da tempo contestano le esecuzioni pianistiche di musiche di J. S. Bach; eppure l’assolutezza del pensiero bachiano, affatto legata ad uno strumento particolare, dovrebbe far superare questa opinione. Anche sul pianoforte, ovviamente se ben suonato, il genio creativo del kantor resta intemerato e avvincente. Due preziose registrazioni d’archivio – il Brandeburghese n. 5 (solisti Carlo Zecchi, Gioconda De Vito e Arrigo Tassinari, direttore Previtali) e… – sono estremamente indicative in proposito. Per questa ragione ci sono apparse godibilissime le esecuzioni dei due brani, offerte dall’Eurorchestra diretta da Francesco Lentini, nel concerto emblematicamente intitolato Aimez vous Bach?, tenutosi allo Sheraton di Bari. 
Merito anche, ovviamente dell’impegno e della bravura che i solisti, oltre che del complesso strumentale e del suo direttore, hanno profuso nel proporre le due fascinose pagine. Il pianista Filippo Balducci, insieme alla violinista Mirella Fiore e al flautista Francesco Scoditti, si sono fatti apprezzare per l’equilibrio, il senso stilistico e la vitalità con cui hanno rivissuto il Brandeburghese…
…Un omaggio a Bach quindi che ha affascinato il pubblico… Applausi calorosi….

Nicola Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno
Bach: Concerto Brandeburghese n. 5 BWV 1050

 …Balducci, con l’Orchestra Sinfonietta Italiana diretta da Roberto Misto, ha interpretato il secondo Concerto per Piano e Orchestra di Chopin. L’esecuzione ha valorizzato gli aspetti lirici, fantastici e rapsodici della partitura, con frequenti cambi di tempo e sbalzi dinamici; il tutto però saldamente dominato da una spiccata intelligenza musicale oltre che da una buona intesa con orchestra e direttore. Assai notevoli i passaggi in pianissimo, cesellati dal solista con grande dolcezza. Balducci ha ricevuto molti applausi e si è congedato con due bis.

Marco Bizzarini, Il Giornale di Brescia
Chopin: Concerto n. 2 op. 22

… pianista di solida e vibrante personalità, nonché di scintillante dominio strumentale … suadente e fascinosa cantabilità e incisiva brillantezza …

Nicola Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno
(Chopin – Andante spianato e Grande Polacca brillante op. 22)

…L’impaginato programma di ieri sembrava appositamente pensato, va detto, da un giovane Pollini. Erano infatti accostati a due fondamentali Sonate della tarda maturità del titanico Beethoven (l’op.109 e l’op.110), i 12 Studi op. 10 di Chopin: insomma, tre cavalli di battaglia del mitico “Maurizio della Musica”. … il bravissimo Filippo… ha regalato ai settanta appassionati molfettesi (e non) presenti nel salone del Palazzo De Luca tre egregie letture di altrettanti capolavori della letteratura pianistica mondiale, oltre a tre applauditi bis. Prova ne sia il volto, a dir poco estasiato, di un giovane …, che alla fine del concerto gli si è prudentemente avvicinato con la penna in mano e gli ha chiesto l’autografo sussurrando: “Maestro, mi creda, non ho parole…”

Alessandro Romanelli, L’Orecchio di Dioniso

Ancora una «trasferta» per l’Eurorchestra di Francesco Lentini, che questa volta, nella Cattedrale di Corato, ha accompagnato il pianista Filippo Balducci nella esecuzione dei due Concerti per pianoforte e orchestra di Chopin. Si è trattato, comunque, di una occasione per ascoltare una versione raramente proposta dei due celeberrimi quanto fascinosi brani. Lo stesso Chopin infatti ne realizzò una stesura cameristica (potremmo dire salottiera), riducendo la parte orchestrale per quartetto d’archi. Ed appunto i soli archi dell’Eurorchestra hanno accompagnato Balducci. Pianista di salda preparazione e di sensibile temperamento, Balducci ha saputo conferire alle sue esecuzioni un tono di sincera poesia, espressa con elegante ed intensa naturalezza, esaltata da un tocco brillante ed al tempo stesso capace di mormorare sommessi accenti nei tempi centrali di ambedue le pagine. Su questa linea interpretativa si è mantenuto anche Francesco Lentini, ottenendo dagli archi il suono calibrato e suadente che si confaceva alla visione interpretativa del solista. Chiesa gremita … e calorosissimi applausi.

Nicola Sbisà, La Gazzetta del mezzogiorno
I Concerti di Chopin nella trascrizione per Pianoforte e Archi

 … Balducci ha evidenziato l’elemento eroico e brillante dei tempi estremi del Concerto n. 13 … anche per l’intento di conferire all’opera il giusto carattere festoso e marziale … senza tralasciare l’espressività dell’«Andante» centrale, sottolineato da Balducci con un pianismo elegante e raffinato, attento alla gestione calibrata del fraseggio e alla semplicità della narrazione musicale, sempre una sfida per i solisti in Mozart. Il pianista ha poi bissato con l’intima e delicata Barcarola op. 60 di Chopin…

Livio Costarella, La Gazzetta del Mezzogiorno
Concerto K415 di Mozart

….Ancora Beethoven con il pregnante 4° concerto op.58…. nelle mani di Filippo Balducci, un pianista di solida tecnica e buona vena interpretativa…. Applausi generosi….

M.P., Il Tempo

 

 …un giovane e bravo pianista che ci dispensa dal tessere gli elogi per la tecnica di cui é padrone disinvolto, per il fraseggio intelligente, per il garbo dell’interpretazione,…. per la visione dell’insieme corretta e persuasiva….Ed il pubblico, censore sovrano in codeste manifestazioni gli ha tributato il giusto successo….

Alfredo Rubini, Puglia
Concerto K491 di Mozart

… Una diversa ottica nel pianismo che, invece, hanno sfoggiato Filippo Balducci ed Angela Montemurro. Cantabilità spiccata, rapinose impennate virtuosistiche … e trascinanti crescendo, resi con vivida padronanza del testo ed evidente, a tratti vigorosa, convinzione. … Successo pieno e numerose chiamate per solisti e direttore. Alla fine un bis con un tempo di Bruch….

Nicola Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno
M. Bruch: Concerto per due pianoforti e orchestra

 ….Balducci, pianista dal tocco morbido e dal fraseggio disinvolto ed elegante, ha interpretato il concerto mozartiano con sicurezza.

Gabriella Fumarola, Corriere del giorno
Concerto K.453 di Mozart

I due pianisti baresi, accompagnati con convinzione e slancio da Lentini, hanno eseguito il concerto con molto impegno, rendendolo al meglio…
(Kozeluh: Concerto per Pianoforte a 4 mani e Orchestra)
…Balducci ha affrontato con piglio virtuosistico e notevole sensibilità il celebre Concerto K. 271 “Jeunehomme” di Mozart…

Nicola Sbisà, La Gazzetta del Mezzogiorno


 

Musica da camera

…Il concerto dell’Ensemble Cameristico Barese ha incontrato un favore di pubblico straordinario…. ….ha dimostrato in Brahms un’eleganza e una compattezza che ha valorizzato sia l’amalgama del gruppo, sia le intenzioni interpretative fondate su una musica densa e coinvolgente per ritmo e dinamica….

Athos Tromboni, La Nuova Ferrara

 

…I cinque strumentisti hanno saputo interessare il pubblico grazie ad una costante tenuta dell’insieme, che ha permesso loro di curare l’espressione di ogni singola battuta, in un ininterrotto lavoro di gruppo condotto dal pianista Filippo Balducci…. degno omaggio a Brahms nel centenario della morte.

Michele Borsatti, Il Resto del Carlino

Inizio d’eccezione per “Settembre musicale” di Campione.
…Il violinista Leonardo Micucci é parso ammirevole sia nel suono che nella maturazione interpretativa; bello il vibrato, sicura l’arcata, perfetta l’intonazione. Si é trovato a suo agio sia nei passaggi virtuosistici, sia in quelli più cantabili. Il pianista Filippo Balducci ha offerto gradevoli emozioni; ha suonato con intensità, brillantezza, eleganza e buon gusto; la sua é stata una lezione d’intelligenza, finezza interpretativa. Il suo tocco é parso nitido e brillante, la tecnica impeccabile. Il duo, di recente formazione, si é distinto per affiatamento ed estro interpretativo….

Alberto Cima, Il Corriere della Sera

…Buona l’intesa di Filippo Balducci (Pianista) e Leonardo Micucci (violinista) che domenica hanno eseguito con grande trasporto la strepitosa Sonata in La maggiore Op.100, pagina nella quale il tocco intenso e mai sfocato di Balducci ha tessuto la trama melodica sulla quale l’archetto espressivo di Leonardo Micucci ha reso con vigore tutto l’impeto emotivo dell’eloquio brahmsiano.

Patrizia Ferialdi, Il Piccolo – Trieste

Lascia un commento